Una bella storia: Riccardo incontra l’osteopatia e il giorno dopo segna con un super goal la sua prima marcatura della stagione

Dalla Scuola

intervista di Jessica Marcelli

Riccardo è un giovane calciatore bolognese di 15 anni. È un difensore centrale, alto, robusto, insomma un fisicaccio degno per il ruolo. Purtroppo da qualche mese la schiena lo disturba quando fa maggiore attività fisica o allenamenti un po’ più intensi. Lui ama il calcio come il papà, che gioca nello stesso ruolo, ovviamente in altre categorie. Ma con il padre non condivide semplicemente il calcio e il ruolo di difensore centrale, c’è in ballo una sfida a distanza per i goal nella stagione in corso. Certo che questa schiena che fa i capricci è un bel limite per la competizione in famiglia. Dunque Riccardo decide di prendersi cura del suo disturbo, per la sua salute e per la sfida con il papà. Approda nella clinica della scuola di osteopatia AbeOS a Bologna dove gli viene riscontrata e trattata una disfunzione nell’articolazione sacroiliaca. Gli si dice inoltre che ora, con questa articolazione liberata della sua restrizione di movimento, dovesse da ora calciare verso la porta avversaria, le possibilità di fare un bel goal aumentano. L’osteopata che lo ha trattato gli raccomanda di mandargli un messaggio dovesse fare rete! Riccardo e il suo osteopata sanno che non c’è un automatismo tra articolazione divenuta funzionale e segnare una marcatura, tuttavia in Riccardo la percezione di libertà e assenza di dolore nel movimento del calciare è immediata, appena sceso dal lettino. Ma ora arriva il bello! Sono passate meno di 24 ore dalla seduta e al nostro Riccardo arriva una palla a mezz’aria con la porta avversaria a vista, lui non ci pensa su, calcio al volo, palla in rete, gollasso direbbero in Sudamerica, eurogol in Europa, battuto anche il papà. Riccardo è un giovane calciatore che deve divertirsi giocando, non è un campione noto alle masse, ma questa storia è di gran lunga più accattivante dei gossip su CR7 o Messi che siano, per questo lo abbiamo intervistato, per noi è più interessante dei calciatori famosi.

Intervista:

D: Riccardo, sappiamo che hai scritto al tuo osteopata appena finita la partita, vuoi condividere con noi i tuoi pensieri quando hai segnato e a fine partita? – R: Premetto che non è mai semplice poter osservare un difensore nell’area di goal avversaria, quindi posso confermarvi che terminata la fase di festeggiamenti con la mia squadra e con il mio mister, il mio pensiero si è ricentrato sul giorno antecedente. Ho subito contattato il mio osteopata per poter godere anche con lui del mio grande traguardo.

D: Quindi questa sacro-iliaca è come nuova dopo il trattamento? – R: Non riesco a definire con certezza assoluta che, ad oggi, la mia sacro-iliaca sia come nuova, ma posso affermare che, ad oggi, non sento più alcun dolore. Durante le partite, che sto continuando ad affrontare, e nella varia attività fisica che pratico quotidianamente non avverto più quei fastidi che mi seguivano. Ora posso praticare liberamente (divertendomi) la mia passione, mi accorgo di essere più libero e attivo fisicamente, cosa che si ripercuote anche sull’aspetto mentale che ad oggi mi porta a scherzare ed a essere più presente nella vita di squadra.

D: Hai quindi vinto la sfida dei goal con papà, lui come l’ha presa? – R: Ad oggi la sfida con mio padre non può essere conclusa in quanto a giugno, al termine del campionato, si chiuderà la nostra sfida di goal. E’ stato un grande traguardo per me, essendo un difensore, avere la possibilità di far goal, in quanto statisticamente non impossibile ma raro. Per ora sono un passo avanti a lui ma ho ancora tanta strada da fare. Nel momento del mio goal ho guardato verso gli spalti dove era seduto mio padre e ho visto in lui tanta gioia e soprattutto un atteggiamento che voleva intendere tra le righe che io fossi già in vantaggio rispetto a lui, sono stato subito acclamato dalla mia famiglia e soprattutto da lì è iniziata ancor di più la mia sfida personale per rendere orgogliosi i miei cari e me stesso nell’ambito calcistico e perché no … avere la soddisfazione di essere in vantaggio in una nostra sfida personale.

Nella foto: Riccardo in un’azione plastica.


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