Due mesi fa la fine dei giorni del canottaggio a Tokyo 2020 e della bellissima esperienza con la Romania

Gente di AbeOS, Sport

In questi giorni di due mesi fa, al Villaggio Olimpico di Tokyo 2020, si preparavano i bagagli, le regate di canottaggio erano infatti terminate. Ancora fortissime le emozioni appena vissute come Osteopata della Nazionale della Romania per la medaglia d’oro e le due d’argento, per il record olimpico e per quello del mondo. Cominciava a serpeggiare la nostalgia per quella favola che si stava per abbandonare: il villaggio olimpico e le Olimpiadi. Oggi, a due mesi da quelle due settimane che saranno sempre nel proprio cuore, si pensa all’incredibile esperienza vissuta, alla leggerezza nella relazione con i campioni della Romania, un livello mondiale pazzesco ma tanta sintonia, amicizia, fratellanza (non così scontata considerando che non hai lo stesso passaporto), ma anche senza la boria (che sarebbe insopportabile) di quello che si sente arrivato. Già, professionalmente Tokyo 2020 è stato l’apice di un lavoro di squadra di tutto il Team GAS (Groupe AbeOS for Sport) della Scuola di Osteopatia AbeOS, ma umanamente è stato qualcosa di unico, un tatuaggio emotivo nella zona limbica del cervello. A partire dal senso di universalità che si respirava al villaggio per finire in quel senso di appartenenza, così forte, ad un gruppo che poco importa che colori abbia. Proprio per questo dedichiamo la foto di copertina a due campioni rumeni che non vanno in barca. Contentissimi ora di essere a casa, nella nostra fantastica Italia dei borghi, ma con nostalgia per l’oriente giapponese.

Nella foto di copertina: nell’ambulatorio clinico per i trattamenti a Tokyo 2020 il Capitano del Team GAS, Marcello Luca Marasco, tra due grandi olimpionici rumeni non canottieri: a sinistra Vladut Simionescu, grande campione di judo e già olimpionico, a destra David Popovici, nuotatore e grandissima promessa del futuro, detentore del record mondiale juniores nei 100 metri (conquistato a Roma).


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