Il coronavirus – condanna fatale o grande opportunità?

Ricerca e scienza

di Andrè Felici, docente Scuola di Osteopatia AbeOS

Dedicato al lettore che usa prevalentemente l’emisfero cerebrale destro, ovvero quello creativo, emotivo, intuitivo e affine alla propria percezione. Meno portato (ma non sconsigliato) alle persone che usano prevalentemente l’emisfero cerebrale sinistro (analisi, intelletto, numeri, razionalizzazione, controllo).

INTRODUZIONE

Il Coronavirus é arrivato ora anche in Europa. La maggioranza delle persone segue le normative d’emergenza: con la quarantena obbligatoria e le ammende in atto si fa sentire non solo l’abolizione della costituzione e la rinuncia alla libertà del singolo individuo, ma anche un senso di impotenza. Tuttavia, sotto questa condizione di isolamento ci viene regalato un’elemento di cui nella regolare quotidianità non avevamo mai abbastanza: tempo.

Eppure notiamo che le ore, così preziose, vengono in gran parte usate per svolgere delle attività dedicate all’intrattenimento (metto a cuore di riflettere sulla parola „in-trattenere“). In queste settimane l’argomento centrale, nutrito dalla consapevolezza del collettivo, é uno solo: Il Coronavirus. Con i mass media non parziali, ma armati di linguaggi molto forti come „siamo in guerra“, „pandemia“, „la fine“, „vittime stimate: migliaia di morti“, „fatalità“, „previsioni devastanti“, „collasso economico“, ecc., entra in gioco la paura … di contagiarsi ed eventualmente di morire. Si ha la sensazione che, in base ai comportamenti attuali, si gioca alla „roulette russa“, e che il destino delle persone sia gestito dalla fortuna o sfortuna, e che bisogna fare l’impossibile per non trovarsi con un proiettile in canna. Notiamo che, tanto quanto in altri ambiti della nostra vita sociale, ora ANCHE nella gestione del Coronavirus emerge una neurosi di controllo.

… E se fortuna o sfortuna non esistessero, ma se nella vita ogni causa porta con se un’effetto? Ricordiamo un principio osteopatico: „Come le dinamiche hanno portato alla disfunzione, così possono portare anche alla sua auto-guarigione. Essere dei fulcri per fare si che la pato-fisiologia possa invertirsi é una caratteristica dell’osteopatia.“

„Anche se un biologo ha studiato in modo approfondito e dettagliato la vita, non necessariamente sa cosa significa vivere.“

MICRORGANISMI

La microbiologia é un parziale aspetto della biologia. Essa si occupa di quegli organismi che si possono osservare solamente sotto il microscopio. Gli esseri umani sono purtroppo portati, nel loro eccessivo uso dell’intelletto, ad uccidere le cose che fanno paura. I cosiddetti microrganismi vengono prevalentemente visti dalla maggioranza come „pericolosi“ e dovrebbero essere, secondo regola d’arte, estinti. La scienza postula unilateralmente che questi „germi“ siano la causa per malattie infettive. Gli scienziati negano, fino ai giorni odierni, che la sola presenza di microrganismi non sia sufficiente per condurre e per strutturare dei processi patologici. La domanda „se la causa potesse essere l’ospitante (ovvero il tessuto della persona infettata), viene sottomessa alla ostinata convinzione che la responsabilità cada esclusivamente sul microrganismo. Ci continuiamo a dimenticare che ogni forma di vita sul nostro pianeta é parte di una rete complessa (tanto quanto lo sono le persone e i paesi tra di loro!). In questa vasta rete della vita sulla terra non hanno spazio categorie come „importante o insignificante“, „dominante o sottomesso“, „dannoso o utile“. In madre natura non esistono queste categorie, ma sono il puro frutto del pensiero umano.

I microbi fanno parte delle più antiche forme di vita su questo pianeta e da loro si sono formate, secondo il modello evolutivo,  tutte le altre forme di vita più sviluppate. La terra é infine un sistema coerente, tramite il quale tutto é in relazione con tutto. Questo significa che il mammifero, e quindi anche l’essere umano, può essere considerato come un essere costituito da cellule complessamente organizzate. Gli organismi unicellulari hanno sacrificato la propria individualità per favorire una forma di vita più elevata e possiedono in quel contesto un significato più specifico. Detto questo, l’essere umano é costituito più da batteri che cellule. Questi microbi vivono prevalentemente nell’intestino. Essi sono considerati i nostri vitali inquilini perché producono vitamine ed enzimi, assimilano il cibo che ingeriamo, ecc., in breve: garantiscono la nostra sopravvivenza. La pericolosità di un un microrganismo dipende in prima linea dal suo ospitante e non dal microbo stesso, perché quest’ultimo reagisce solamente alle condizioni che ritroverà nell’ambiente circostante.

PLEOMORFISMO

Considerando quindi il nostro pianeta una rete interconnessa, nella quale gli elementi agiscono in correlazione, allora possiamo dedurre da ciò che deve esserci anche una relazione tra il microcosmo e il macrocosmo, ovvero: „come dentro, così anche fuori“. Nel suo piccolo, la microbiologia forma in questo contesto la rete di relazione analogica alla macro-biologia. Ciò significa nella deduzione invertita che i processi microbiologici sono una pura riflessione di condizioni macro-biologiche („come nel piccolo, così nel grande, e viceversa“).

Ricordiamo inoltre che in mondi sub-atomici non esistono condizioni ne rigide, ne immobili, ma solamente strutture dinamiche. Possiamo quindi sposare la tesi che un macro-organismo é organizzato a sua volta in modo dinamico. La sua capacità di trasformarsi gli permette di riflettere condizioni e di esprimere dinamiche ben definite. Un approccio interessante lo fornisce lo zoologo Günther Enderlein nel suo modello della trasformazione strutturale (Pleomorfismo).

Per quanto la scienza abbia scartato questo pensiero, una persona in grado di ragionare in connessioni e di vedere il filo logico dovrebbe anche riconoscere il carattere sistematico. La nostra chiave evolutiva consiste nella consapevolezza che i microrganismi si trasformano a secondo dei parametri dell’ambiente circostante. In altre parole: virus, batteri e miceti si trasformano quando le condizioni attorno a loro lo richiedono. Colui che evolverà questo modello, arriverà alla conclusione che i microbi derivano dal suo ospitante ed esprimono la condizione immunologica dell’individuo. Per decodificare il contenuto del messaggio microbiologico é necessario tradurne in maniera analogica la sua funzione.

ANTIBIOTICO

É ormai dal 1928, ovvero da quando Alexander Fleming scoprì la penicillina, che la patologia cellulare di Robert Koch trionfa sopra la terapia umorale. Finalmente si poteva puntare il dito contro il vero responsabile in caso di infezione: il microrganismo. Il „Salvarsan“ (un antibiotico introdotto in chemioterapia) di Paul Ehrlich rappresentò, già nel 1910, una pietra miliare nel trattamento di malattie che si basavano sulla diffusione di microbi. L’euforia del periodo tra i pionieri della microbiologia scomparse e la sobrietà si diffuse. Dopo ben 100 anni di teoria sulle infezioni inizia pian piano a prendere piede la consapevolezza che una gara contro questi microrganismi intelligenti non può essere vinta.

Anche la scoperta di cefalosporine e macrolidi non ha potuto cambiare gli effetti sulla sponda dei microbi, dato che quest’ultimi iniziarono a formare delle strategie per opprimere gli impulsi di sterminio. La loro formazione di resistenza ci fa ricordare la favola (e quindi anche la morale!) del riccio e la lepre.

Un’ultimo punto: la nomenclatura „anti-biotico“ é traditrice perché significa „contro la vita“. Fino a quando non verrà chiarito che la microbiologia é solamente un riflesso più piccolo della macro-biologia, le altamente complesse strutture molecolari di antibiotici uccideranno alla fine ogni cellula vivente. Per salvare la vita é necessario raggiungere una diversa consapevolezza, con essa e le sue forme d’espressione.

Cosa viene quindi espresso tramite questi (pericolosi) microbi? Per non uscire dal contesto omettiamo la differenziazione tra le diverse specie.

VIRUS

I virus sono in prima linea portatori di programmi (di fatto, anche nel mondo informatico si definiscono come tali). A differenza dei batteri essi sono composti solamente da un guscio (capsula) che racchiude un RNA oppure un DNA. I virus vengono considerati come detonatori per malattie infettive, ma ciò non é esatto, perché ogni programma ha bisogno di un ambiente nel quale poter agire. Questo ambiente é costituito dall’essere umano o dall’animale e mette a disposizione al virus i requisiti per fare diffondere il suo programma.

Principalmente esistono programmi costruttivi e programmi nocivi, questo dipende dallo scopo che segue il virus. I programmi produttivi allargano il repertorio delle risposte per le capacità specifiche e per certe doti, ovvero: per far si che il portatore di questi programmi sia in grado di reagire in maniera sensata davanti a determinate circostanze. I programmi costruttivi migliorano quindi gli strumenti a disposizione del portatore.

I programmi dannosi invece non coincidono con la quintessenza dell’organismo vivente ed evocano in modo costrittivo delle caratteristiche con le quali l’organismo non riesce ad identificarsi. Se il programma é più dominante rispetto all’organismo, allora quest’ultimo muore.

IL CASO COVID-19

Il Coronavirus si é ormai diffuso su tutto il globo, causando grandi disagi. Apparentemente il contagio é possibile anche tramite il contatto da persona a persona. Da un punto di vista genetico il coronavirus é altamente variabile e le singole specie virali possono, tramite il superamento della barriera, infettare anche più specie di ospiti. Attraverso tali sconfinamenti delle specie si sono creati negli anni le infezioni con il SARS-associato Coronavirus (SARS-CoV), il microrganismo della pandemia da SARS del 2002/2003,  ma anche quelle create nel 2012 con il Middle East respiratory syndrome Coronavirus (MERS-CoV).

Negli uomini sono di particolare importanza le specie di Coronavirus umane che portano a sintomi che vanno dal raffreddore sino alle diverse sindromi respiratorie. I sintomi possono essere febbre, tosse, difficoltà respiratorie e polmonite; la complicazione é la morte.

Il tempo di incubazione nella versione del 2012 era di 7 giorni; la versione attuale possiede un tempo di incubazione di 14 giorni. La febbre non si manifesta costantemente e riconoscere uno stadio prodromico diventa così alquanto difficile.

Al momento non esistono ne terapie convenzionali, ne vaccini. Chiunque ne é colpito, si può affidare solamente al proprio sistema immunitario, che individua e neutralizza i microrganismi. Quale collegamento storico fornisce il terreno fertile per il programma del Covid-19 e per quale motivo alcuni esseri umani sono ricettivi al virus? Dal momento che per ora nessuno fa domande sull’origine di questo microbo, l’analogia rappresenta un ponte sensato. Guardiamo quindi cosa caratterizza il Corona virus.

Esso agisce nel tratto respiratorio. Se consideriamo che ogni organo nel nostro corpo si distingue nella fisiologia per la sua esclusività e unicità funzionale, allora troveremo al di fuori dalla fisiologia anche un contesto psicologico/emotivo. Nella fisiologia umana, il polmone funziona solamente se la pleura possiede lo spazio e l’elasticità per poter espandere. Uno spazio ha sempre bisogno di due ingredienti: un contenuto (aria per i polmoni in questo caso) e un contenitore (l’ambiente circostante, ovvero: l’elasticità del tessuto per cedere alla necessità dell’espansione e lo spazio esterno che permette al tessuto di allargarsi).

„Una professione senza una filosofia é come la conoscenza senza la dovuta saggezza.“

PERCHÉ PROPRIO IL CORONAVIRUS

Anche l’arrivo di Covid-19 non é dovuto al caso. Osserviamo l’attuale situazione negli stati industrializzati:

  • Sempre più genitori vengono assorbiti del loro spazio vitale, dal mondo del lavoro, dalla carriera e dall’‚auto-realizzazione‘ (non lo era già la genitorialità?).  Come la società programma la vita dei grandi, così i grandi programmano la vita dei loro figli: dalla sveglia fino alla nanna, con contenuti di occupazione (lezione di piano o di chitarra, lezione di inglese, ripetizione di matematica, recita, ecc.) che possono essere conformi negli occhi della società (una replica del mondo esterno alla famiglia), ma non necessariamente idonei alle aspettative che la vita stessa ha nei confronti dei bambini. Abbiamo tanti libri scritti da adulti per bambini, ma non un singolo libro scritto da un bambino per gli adulti. Questo mostra da se quanto ci interessiamo a loro (questo interesse richiede a sua volta tempo che non troviamo). Probabilmente i bambini non vanno volentieri dal terapeuta perché sanno di non essere il problema. I bambini sono di fatto „salute“ ed esclusivamente un riflesso dell’inespresso genitoriale.
  • Da adulti si continua a fare ciò che é stato appreso nell’infanzia, ovvero: soddisfare le aspettative della società, piuttosto che soddisfare le proprie esigenze.
  • Infine: per quanto la nostra vita é colma di soluzioni tecnologiche per risparmiare tempo, ironicamente ne abbiamo sempre meno a disposizione. Meno tempo significa meno spazio per se stessi.
  • In sintesi: veniamo divorati da troppi impegni quotidiani, che ci impediscono di fare ciò che é importante per noi.
  • Tutto ciò lascia, in una gran parte della popolazione, una sensazione di rabbia e di frustrazione perché si tende a svolgere il fattibile, ma non l’essenziale. Le riserve si esauriscono e la sensazione di impotenza cresce. La rabbia inizia a diffondersi contro gli altri, contro il sistema, contro noi stessi … occupando nuovamente spazio in noi.

Prendiamo ora il profilo analogico del corona virus, sostituendo l’aria del polmone con un qualsiasi altro contenuto che nella sfera sociale può occupare „spazio“: tempo per gli altri o per me stesso? Doveri verso altri o verso me stesso? Svolgo l’essenziale o il fattibile? In breve: ciò che é realmente importante per gli altri é importante anche per ME?

Citando un detto popolare: „mi manca l’aria per respirare“. Qui troviamo le fondamenta per l’asma. Ricordiamoci dei figli che hanno le giornate programmate dall’alba al tramonto.

MISURE ALTERNATIVE

Tutti i programmi si lasciano influenzare sul piano della programmazione. Esistono metodi che favoriscono il sistema immunitario nel riconoscimento del virus. Se la vulnerabilità della persona si riflette nell‘affine frequenza del virus, allora il requisito per rendere quest’ultimo inefficace é quello di specchiare al virus la propria frequenza invertita. Purtroppo nel collettivo non esistono ancora abbastanza persone che si sposano con ritualistiche che danno risposte al proprio vissuto. L’autore di questo articolo non può sapere con quali colori il lettore dovrebbe colorare la sua vita, ma può fornire strumenti e ritualistiche tramite le quali il lettore può ottenere dentro se stesso delle risposte alle sue domande:

  1. Prendersi una stanza in casa che garantisce libertà di espressione.
  2. Procurarsi una penna e un blocco di carta (DIN A4) per scrivere.
  3. Liberarsi da qualsiasi distrazione esterna (telefono, TV, radio, ecc.)
  4. Iniziare a scrivere un tema libero con il seguente titolo: „Cosa faccio ora con la mia vita?“
  5. Prendersi tanto tempo per ascoltare dentro se stessi, perché solo il lettore, e nessun’altra persona, può sapere cosa é giusto per esso e cosa la vita pretende e si aspetta dalla sua anima. Dare spazio a ciò che accadrà.

L’OPPORTUNITÀ

L’unica libertà che abbiamo é quella di scegliere e non possiamo più permetterci il lusso di rimanere nella nostra zona di comfort. Le lancette volano, la popolazione mondiale ha superato la soglia limite e le risorse planetari non bastano per tutti.

Torniamo al principio „come dentro noi, così anche fuori da noi“: In questo momento la questione centrale non é più di risanare i mari dalla plastica o di salvare i „polmoni terrestri“ nel mondo, ma si tratta di NOI! Se non facciamo il primo passo verso noi stessi e iniziamo a mettere ordine e chiarezza nelle nostre vite, trovando risposte su come vivere qui per i prossimi 20, 50, o 100 anni, allora non potremo mai essere in grado di sanare il mondo al di fuori dal nostro e non saremo mai quel fulcro per i nostri pazienti, ma trascineremo in cecità ogni giorno nei nostri studi anche i nostri disagi irrisolti.

I cambiamenti drastici che si manifestano al momento sono il risultato di un collettivo che ha dormito per troppo tempo e che ha abbandonato lo spirito critico e vigile in cambio di una zona di comfort, che ci permette di sopravvivere alle aspettative altrui, ma non necessariamente di vivere la nostra vita.

Se non iniziamo a cambiare il nostro modo di vedere il mondo non possiamo nemmeno aspettarci risultati diversi. Se é vero che la paura é l’unico ostacolo tra noi e la nostra evoluzione, allora non dobbiamo permettere ne‘ al Virus, ne‘ ad altri programmi che indottrinano la paura, di prendere il sopravvento. É ora non solo di crescere, ma anche di maturare. Altrimenti lasceremo ai nostri figli lo stesso mondo leso che i nostri antenati hanno lasciato a noi.

Vorrei ringraziare il mio stimato collega e direttore dell’AbeOS, il Dott. Marcello Luca Marasco, D.O., per avermi dato l’opportunità nella pubblicazione di questo articolo. „Grazie Marcello, per avermi lasciato per un momento il podio della condivisione … lì dove alcuni tuoi colleghi hanno preferito tenermi nell’ombra per non dare spazio a un pensiero complementare.“

Sull’autore:

André Felici é nato in Germania con origini italo-tedesche. Inizia due anni di medicina alla FAU, Miami (FL) per proseguire poi a Berlino dal 2000 gli studi in Osteopatia, diplomandosi nel 2005 nella capitale tedesca. Durante gli studi osteopatici si diploma alla ASL tedesca nel 2003 in medicina empirica tedesca (Heilpraktiker). Dal 2005 al 2015 pratica come osteopata e Heilpraktiker a Berlino, Germania. Nel 2006 consegue per tre anni gli studi in Medicina della consapevolezza, che complementano l’osteopatia praticata da lui oggi. Dal 2015 si trasferisce a Bologna e funge prima come assistente e poi come docente in osteopatia all’OSCE di Bologna. Attualmente pratica come osteopata e Heilpraktiker nel suo studio a Bologna „L’osteopatia Creativa“. Membro del corpo docente della Scuola di Osteopatia AbeOS (http://www.abeos.it), fondatore dell’Accademia Medicina della consapevolezza con sede a Bologna.



Commenti

  1. I think this is among the most significant info
    for me. And i’m glad reading your article. But should remark on few general things,
    The web site style is great, the articles is really nice : D.
    Good job, cheers

Lascia un commento