Empatia, uno strumento per la ricerca della Salute

Ricerca e scienza, Salute

Ad oggi uno tra gli aspetti che viene grandemente attenzionato dai professionisti della salute è quello della medicina narrativa. La medicina narrativa è un metodo che pone attenzione sulla narrazione di coloro i quali partecipano al percorso terapeutico e parte dal presupposto che la condivisione di ricordi, emozioni e sentire dei pazienti, dei loro familiari ed anche degli operatori che se ne occupano, possano contribuire a fornire un quadro della situazione più completo: la terapia risulterà essere più efficace ed appropriata al fine di costruire un percorso terapeutico che sia personalizzato, dove al centro viene messa non solo la malattia da un punto di vista fisiopatologico ma anche la complessità e la soggettività del paziente.

Tra gli obiettivi della medicina narrativa spuntano elementi come:

  • Il miglioramento dell’efficacia delle cure, tenendo conto della narrazione come parte integrante del percorso terapeutico;
  • Il dare un valore al vissuto dei pazienti;
  • La condivisione tra operatori (medicina integrata) che aiuta ad elaborare e alleggerire il carico di stress emotivo che accompagna il percorso terapeutico;
  • L’accrescimento delle competenze attraverso lo sviluppo di nuove conoscenze da parte dell’operatore;
  • Il miglioramento della relazione tra operatore e pazienti.

La medicina narrativa prevede la presenza di una componente fondamentale, spesso ricercata inconsciamente dal paziente e che diviene un metodo di cura di alto successo: la costruzione di un rapporto empatico tra terapeuta e terapizzato.

Una tra gli elementi che caratterizzano il terapista della salute è quello dell’empatia. L’empatia è la capacità di ascoltare ed immedesimarsi nella sofferenza altrui (senza però indossare completamente i panni del paziente, qui il rischio di assorbire completamente il problema depotenziando la capacità di cura: si parla di empatia quindi osservandola da un punto di vista cognitivo e non tanto affettivo emotivo), l’empatia si mostra quindi una caratteristica basilare di coloro i quali decidono di intraprendere la professione in ambito medico-sanitario. Questa caratteristica influenza positivamente il decorso e l’esito della malattia tanto che anche alcune università, come la Thomas Jefferson University, si dichiarano favorevoli ad un nuovo possibile criterio di selezione degli studenti di medicina basato sull’empatia. Ci sono innumerevoli studi che dimostrano l’efficienza di tale caratteristica, studi che citano anche la funzionalità dei Neuroni Specchio (individuati dall’italiano Giacomo Rizzolati) che enfatizzano ancor più tale caratteristica presente in ogni individuo. Ad oggi risultano esserci molti studi che testimoniano l’effettività di tale processo, individuabile anche attraverso l’utilizzo di scale che ne valutano valore ed effettività.

Altri studi, come il Fiore (Functional Immaging of Reinforcement Effects) condotto dalla Fondazione Giancarlo Quarta Onlus in collaborazione con l’università di Udine e la Clinica psichiatra Asuiud Santa Maria, è riuscito a mettere in relazione i diversi stili di comunicazione di un comunicatore con l’attivazione di specifiche aree cerebrali della sfera di apprendimento del relativo ascoltatore arrivando a concludere che tale evidenza sperimentale ha una sostanza neuroscientifica. Attraverso l’utilizzo di uno strumento ad effettiva evidenza, la risonanza magnetica, sono emerse delle specifiche attivazioni cerebrali che vanno a stimolare la sfera sensoriale (in particolare la corteccia visiva) e le regioni del cervello che provocano l’acquisizione di comportamenti da parte della persona. Si evince che una comunicazione empatica è in grado di costruire e generare dei comportamenti virtuosi nel paziente che, mettendoli in pratica, agisce positivamente sull’intero sistema salute. La stessa Fondazione è stata in grado di sviluppare un modello chiamato Ippocrates che si basa su 5 aree del bisogno del malato, grazie alla quale lo stile di comunicazione può essere adattato grazie ad una buona comunicazione empatica.

Ascolto empatico nell’osteopatia

Tra gli aspetti che i pazienti segnalano aver grande rilevanza nella terapia osteopatica è quello, appunto, dell’ascolto empatico. Secondo alcuni studi l’80% dei pazienti raccomanda un’operatore empatico a molte persone, infatti l’empatia viene considerata un fattore chiave per definire la qualità di una terapia. Un’interazione empatica migliora la soddisfazione sia del paziente che del medico, contribuendo così alla complience del paziente, migliorandone la salute. L’ascolto empatico è grande parte della terapia osteopatica alla quale il terapeuta dedica una buona fetta della prima seduta, possiamo infatti affermare che questa sia una chiave per una corretta ed oculata diagnosi differenziale. Ma: quanto quanto è rilevante l’empatia per un risultato clinico migliore? Hanno provato a qualificarlo in uno studio condotto da 13 studenti dell’ISO Milano nel , il cui obiettivo era vedere quanto l’empatia incidesse sul successo del trattamento di pazienti affetti da dolore muscoloscheletrico di tipo cronico. Questo studio è stato condotto presso la clinica del Centro di Medicina Osteopatica (CMO) dell’Istituto Superiore di Osteopatia (ISO) di Milano (Italia), da novembre 2014 ad aprile 2015.

L’empatia degli operatori è stata valutata attraverso la Jefferson Scale of Physician Empathy-Health Professional che quantifica numericamente i livelli di empatia nei professionisti della salute. I tredici studenti, a seconda del risultato di empatia ottenuto nella scala, sono stati divisi in due gruppi che potremmo grossolanamente definire ad elevata empatia (HET) ed abassa empatia (LET).

Ogni paziente è stato assegnato al suo tirocinante in modo cieco sulla base del programma di consegna clinica automatica. Dopo la prima visita, i pazienti dovevano essere curati sempre dallo stesso operatore. L’effettività del trattamento osteopatico è stata individuata quando entrambi i gruppi di tirocinanti hanno somministrato il trattamento: la differenza tra il gruppo HET e LET è stata significativa (TABELLA) indicando che i due gruppi di pazienti differivano per intensità del dolore a partire dal terzo trattamento. In conclusione è risultato che potrebbe essereci una buona relazione tra empatia del terapeuta e risultati clinici, tuttavia si mostrano necessarie ulteriori valutazioni, si tratta di fatto di studi preliminari.

Il dolore cronico è ampiamente rappresentato nella popolazione generale ed ha un importante impatto socioeconomico: c’è un’evidenza, seppur moderata, a sostegno dell’efficacia complessiva dell’OMT in questa tipologia di pazienti. Inoltre, fattori cognitivi ed emotivi, inclusa l’empatia, possono influenzare l’esperienza e la percezione del dolore in particolare nei pazienti cronici. La natura del dolore cronico è complessa ed è di attenta analisi da parte della comunità di ricerca in ambito osteopatico.

Ogni fattore che può apportare un miglioramento nella presa in carico del paziente e nel suo processo di cura, empatia compresa, può influenzare i risultati clinici infatti molti modelli di efficacia hanno evidenziato come una commutazione empatia influenzi l’esito della terapia.

L’empatia è quindi mezzo e strumento attraverso il quale il terapeuta può migliorare l’accuratezza di una diagnosi individuata in un modello biopsicosociale e, a sua volta,  l’esito del trattamento non soltanto di pazienti con dolore cronico ma può estendersi anche ad altre tipologie di paziente.

Bibliografia

Sono Manuela e sono Osteopata! Dieci anni fa il mio primo contatto con l’osteopatia che oggi è parte fondante della mia vita. Nel 2018 la conclusione dei miei studi e le prime visite nel borgo di San Sebastiano dei Marsi, nel 2020 l’apertura del mio Centro di Osteopatia e tecniche Olistiche a Sulmona dove ogni giorno ricevo i miei pazienti. Da gennaio 2022 il mio lettino è presente anche nel centro Sidera di Roma Prati. Alla vita in clinica si affianca quella all’interno della Scuola di Osteopatia AbeOs dove mi occupo di coordinare il Dipartimento di Ricerca e Tesi. Svolgo il ruolo di tutor di alcune materie osteopatiche, affiancando i docenti, ed ho rappresentato la mia scuola in Italia ed in Europa per relazionare su diversi case report e collaborazioni, l’ultima quella con la nazionale rumena di canottaggio: sono parte del team GAS che supporta la squadra in Italia ed all’estero.


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